Tutte le Aziende nell’ultimo anno hanno investito in protocolli anti-contagio (mascherine, disinfettanti, sanificazione…). Nonostante questo la paura del contagio rimane, considerato anche il grave andamento epidemiologico.
Ma allora, cosa fare di più? E’ importante controllare le aree a maggior rischio di contagio.
Eccole
AREE CON DISTRIBUTORI DI BEVANDE |
REFETTORI – MENSE |
SPAZI PER FUMATORI |
CONSUMO DI BEVANDE O ALIMENTI DALLA PROPRIA POSTAZIONE |
SERVIZI IGIENICI – SPOGLIATOI |
In tali situazioni non solo l’avvicinamento tra persone è istintivo ma, ovviamente, la mascherina viene abbassata. Lo spazio antibagno e gli spogliatoi diventano frequentemente un luogo per fare due chiacchere. Non si sta lavorando, quindi le difese si abbassano e le distanze e le mascherine anche. Tali spazi sono spesso poco areati. Una ventilazione ridotta, se non addirittura assente, favorisce la permanenza di aerosol (droplets) la cui concentrazione sale con il passare del tempo, aumentando quindi il rischio di contagio. Importante ricordare che i droplets non vengono emessi solo quando si tossisce/starnutisce, ma anche quando si parla normalmente. |
INGRESSO/USCITA AZIENDA, soprattutto in corrispondenza della pausa pranzo |
Si assiste spesso a comportamenti non corretti, ad assembramenti con lavoratori che parlano, fumano, si danno pacche sulle spalle, tutto senza mascherina. Come se il perimetro aziendale fosse un’area in cui il rischio di contagio viene inspiegabilmente sospeso.
Vero è che al di fuori dell’azienda la responsabilità non è più in capo al DL, ma è altrettanto vero che un contagio extra lavorativo a carico di un lavoratore diventa inevitabilmente un problema aziendale.
Attenzione quindi!
Va mantenuto elevato il controllo degli spazi comuni, aree che per loro natura favoriscono la socializzazione, comportamento assai pericoloso in un’epoca in cui il distanziamento deve vigere sovrano.
Va evitato che singoli episodi di contagio extra aziendale si trasformino in focolaio aziendale.